PRESENTAZIONE

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Il diabete è una delle patologie croniche maggiormente diffuse nel mondo.
Secondo l’OMS negli ultimi decenni l’incidenza è quasi quadruplicata, passando dai 108 milioni del 1980 ai 422 milioni del 2014.
I dati dell’International Diabetes Federation (IDF) stimano che nel 2025 circa 645 milioni di persone avranno il diabete.
In Italia i dati più recenti stimano una prevalenza del diabete intorno al 6.2%, dato più che doppio rispetto a quello di 30 anni fa.
L’aumentata prevalenza di questa malattia incide anche sul suo peso economico che ha subito un drammatico incremento negli ultimi anni.
In Italia l’indagine ARNO Diabete 2017 ha rilevato un aumento dei costi diretti legati alla malattia, soprattutto imputabili alle complicanze croniche e alle ospedalizzazioni, che vedono al primo posto come causa lo scompenso cardiaco.
Il costo dei farmaci ipoglicemizzanti in questa indagine era responsabile solo del 7% della spesa del SSN per la cura del diabete.
La valutazione farmaco-economica è diventata uno strumento centrale per prendere decisioni terapeutiche in un contesto di risorse limitate. La ricerca farmaco-economica è il processo di identificare, misurare e
confrontare costi, rischi e benefici di servizi e terapie e stabilire quali alternative producono il migliore outcome di salute per risorse investite.
I nuovi farmaci per il diabete della classe delle gliptine e degli SGLT2 inibitori hanno dimostrato una notevole efficacia nel migliorare i livelli di HbA1c senza aumentare il rischio di ipoglicemia.
Per quanto riguarda GLP1 e SGLT2 gli studi controllati e randomizzati hanno evidenziato un ruolo di protezione non solo cardiovascolare e renale, tanto da far ipotizzare che riescano non solo a
migliorare la qualità della vita e la prognosi della persona con diabete, ma anche ad avere un impatto farmaco-economico positivo nonostante il maggior costo rispetto ad altre terapie “tradizionali”.
Le Raccomandazioni SID-AMD 2018 specificano inoltre che “in caso di pregresso evento cardiovascolare,nella terapia dell’iperglicemia deve essere presente un farmaco con documentati benefici cardiovascolari
quali empagliflozin, canagliflozin, liraglutide o pioglitazone, salvo sua controindicazione o non indicazione oppure mancata tollerabilità”.
Gli obiettivi di questo convegno dedicato sono fare il punto sulle più aggiornate evidenze scientifiche e sulle terapie farmacologiche più efficaci e sottolineare che il buon compenso metabolico raggiungibile
con le terapie farmacologiche oggi disponibili e l’automonitoraggio da perseguire con l’impiego delle più recenti tecnologie sono fondamentali per la prevenzione delle complicanze del diabete.